Pubblicato all’interno del numero de Il Cannocchiale, periodico ufficiale della Facoltà di Ingegneria di Genova, stampato e distribuito nel novembre 2016.
Nella storia dello sport ci sono state innovazioni tecnologiche e circa i materiali utilizzati che hanno cambiato per sempre la storia delle rispettive discipline. Alcune rivoluzioni sono state accompagnate anche da feroci polemiche, mentre altre hanno condotto lo sport verso una nuova concezione di sé. Nell’ultimo numero de Il Cannocchiale abbiamo visto alcune novità importanti riguardo calcio e tennis. Nel nuovo numero si parla della tanto chiacchierata rivoluzione tecnologica nel nuoto.
Per quanto riguarda il nuoto, il biennio tra il 2008 ed il 2009 fu caratterizzato da una serie inverosimile di record. Basti pensare che, per esempio, alle Olimpiadi di Pechino 2008 furono registrati ben dieci record mondiali maschili e nove femminili, tra cui quello della nostra Federica Pellegrini nei 200 m stile libero. Quale fu la causa scatenante? Una rivoluzione nei costumi dal punto di vista dei materiali. Furono giudicati infatti leciti i cosiddetti costumi “gommati”, ovvero costumi non completamente in tessuto, bensì in parte o interamente in plastica. Ciò fu possibile perché ad inizio 2008 non ci fu la percezione che ciò potesse costituire equipaggiamento tecnico, e quindi infrangere la regola secondo cui «il nuotatore non deve usare nessun attrezzo che possa aumentarne la velocità o il galleggiamento naturale».
La struttura di questi costume fondava il suo surplus di efficienza, valutato dalle case produttrici intorno al 3%, derivante dal fatto che le porzioni di stoffa cucite in maniera particolare si adattassero il più possibile dal punto di vista anatomico. Nel febbraio, come riporta dettagliatamente Giacomo Galvani sul sito web Non Solo Fitness, venne omologato dalla Federazione Internazionale di Nuoto (FINA) lo Speedo Lazer Racer. Questo costume era frutto di tre anni di ricerca nei quali l’azienda inglese avrebbe addirittura eseguito complessi calcoli di fluidodinamica e termodinamica al Langley Research Center della NASA con l’avanguardistico software CAE Computational Fluid Dynamics, la cui interfaccia 3D è in grado di simulare i flussi dei fluidi anche attorno al nuotatore. Inutile dire che, alla fine, la FINA abbia deciso di ritornare ai costumi di tessuto del passato.
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