Genoa, Liguria, Day 2
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Siamo al secondo giorno di “zona arancione” e Giuseppe Conte, nostro Presidente del Consiglio, ha appena finito il suo discorso. Un discorso che ha preannunciato un’inasprimento delle norme. Da domani infatti, semplificando, saranno chiusi anche la maggior parte degli esercizi commerciali. Una situazione veramente mai vista dal Dopoguerra. Nella mia regione i casi aumentano ma tutto rimane ampiamente sotto controllo al momento.
Oggi pomeriggio è arrivata una notizia importante: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito il COVID-19 come una “pandemia”. Un passaggio importantissimo in quanto la sensazione, sempre più evidente, è che gli altri Paesi abbiano sottovalutato il problema e che rischieranno di pagarne le conseguenze, pur avendo avuto occasione di osservare l’evolversi della situazione in Italia. Fino a qualche giorno fa Emmanuel Macron invitava i francesi a non rimanere chiusi in casa, mentre oggi Angela Merkel dichiara che il 70% dei tedeschi rischia il contagio. Non parliamo poi degli USA, che con la sanità privata rischiano grossissimo.
Una cosa, infine, mi ha colpito oggi. La foto di un’infermiera in Lombardia che si è addormentata sul tavolo è diventata virale in questi giorni. Oggi durante il TG1 è stata intervistata proprio lei, Elena Pagliarini. Mentre raccontava la situazione di emergenza nell’ospedale di Cremona, una città messa in ginocchio dal virus, era sul punto di commuoversi in diretta nazionale. Ha detto che nella sua mente rimarrà impresso il modo in cui i pazienti chiedono aiuto con gli occhi, con lo sguardo. «Ci sono sguardi che non si dimenticano», ha dichiarato. Un momento, quell’intervista, di un’intensità emotiva pazzesca. Difficile dimenticarsela.
Chiudo con un passo del discorso di Conte: «Il Paese ha bisogno di 60 milioni di italiani che quotidianamente compiono piccoli e grandi sacrifici. […] Rimaniamo distanti oggi per riabbracciarci con più calore domani».
"Quegli occhi fanno riflettere sul senso della vita."
Al Tg1 la testimonianza di Elena Pagliarini, l'infermiera diventata simbolo della lotta al Coronavirus.#restateacasa #iorestoacasa #coronavirusitalia #covid19 pic.twitter.com/LfHezLQ8wY— Tg1 (@Tg1Raiofficial) March 11, 2020
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This is the second day of lockdown and Giuseppe Conte, our Prime Minister, has just finished his speech. A speech that preceded a tightening of the rules. From tomorrow, to simply resume it, also most of the shops and business will be closed. A situation really never seen since the post-war period. In my region cases are rising but everything remains largely under control at the moment.
An important news came this afternoon: the World Health Organization has defined COVID-19 as a “pandemic”. A very important step because the feeling, more and more evident, is that the other countries have underestimated the problem and that they will risk a lot paying the consequences, despite having had the opportunity to observe the evolution of the situation in Italy. Until a few days ago Emmanuel Macron invited French people not to remain closed in the house, while today Angela Merkel declares that 70% of Germans risk contagion. Let’s not talk about the USA, which risks a lot with its private health system.
In the end, one thing struck me today. The picture of a nurse in Lombardy who fell asleep on the table has gone viral in these days. Today during the newcast of our first national channel (RAI1) she was interviewed. Her name is Elena Pagliarini. While she was explaining the emergency situation in the Cremona hospital, a city brought to its knees by the virus, she was was going to cry. She said that the way patients ask for help with their eyes will remain etched in her mind. “There are gazes that you cannot forget”, she said. A moment, that interview, of crazy emotional intensity. Difficult to forget it.
I want to finish with a part of Conte’s speech: “The country needs 60 million of Italians who make small and large sacrifices daily. […] We remain distant today to embrace warmly each other tomorrow”.