Sfatata la maledizione del PalaCarrino dalla Tarros La Spezia di Andrea Padovan, vittoriosa contro la “bestia nera” Aurora Chiavari di coach Marenco. La società chiavarese ha pubblicato sul suo sito ufficiale un’analisi della sfida:
Terza partita del gironcino-playoff, terzo testa-a-testa nel finale dopo una rincorsa da ampio svantaggio procurato nei primi minuti di gioco. Il canovaccio di questi ultimi tempi in casa- Aurora sembra esser diventato questo: avvio a fari spenti, partita che pare saldamente in mano agli avversari, furiosa reazione chiavarese e ultimi possessi col fiato sospeso. A Ospedaletti era toccato a Djordje Pantic avere la tripla della vittoria a portata di mano, fallendola dopo una entusiasmante rincorsa, mentre con Sarzana l’Aurora era rinvenuta forte in “acqua tre” per poi giocarsi gli ultimi giri d’orologio sull’onda delle magie di Poltroneri. Magie che sembravano poter ripetersi nell’occasione contro gli spezzini della Tarros, squadra costruita per dominare la serie C ligure, ma che soffre oltremeodo il clima del PalaCarrino (cit. gara del girone di ritorno vinta da Stefani e compagni).
Una dozzina di secondi abbondanti al termine quando l’Aurora rimette in gioco il pallone sul 53-55 per gli ospiti. A inizio quarto periodo neppure il più scalcinato degli ottimisti avrebbe scommesso un bottone spaiato su di una siffatta chance: la Tarros aveva messo la contesa sul piano fisico e in attacco muoveva con sufficiente autorità il pallone, dando talvolta violenti strattoni nel punteggio, tanto che sembrava giocare al gatto col topo. L’ultimo sussulto gialloblù dopo l’intervallo (28-30) veniva blandito con i diritti del più forte, ma era solo il preludio al pirotecnico finale. Una volta entrati nel tunnel a metà del quarto tempino l’imponderabile era in agguato. Persa per persa, l’Aurora si nutriva della frustrazione altrui di non riuscire neppure stavolta a incanalare il match verso un finale dove si potessero rispettare le forze in campo. Spezia quasi aveva l’espressione offesa perchè il topolino-Aurora osava infastidirla e cedeva improvvisamente palloni su palloni alla rabbiosa rimonta degli uomini di Marenco, spinti anche stavolta da un Poltroneri in piena trance agonistica.
Si arrivava così all’ultimo possesso offensivo chiavarese sopra descritto, epilogo che avrebbe avuto dell’incredibile se il pallone fosse stato gestito con un pizzico di sagacia tattica in più – forse c’era spazio per una penetrazione per un tiro da due che avrebbe rimandato tutto al supplementare con una Spezia in completa confusione – ma, a leggere l’andamento, la Tarros ha meritato. Anche se i gialloblù devono fare professione di auto-flagellazione per non aver interpretato il match con questo piglio fin dalle prime battute, evitando di dover rincorrere da così lontano. Ma la squadra adesso ci crede e gli ultimi appuntamenti saranno giocati sicuramente a testa alta.