Pubblicato su East Journal in data 19/07/2017.
Esiste un club tedesco, attualmente in 2. Bundesliga, che negli ultimi decenni si è reso protagonista di prese di posizione molto precise in campo sociale. Prese di posizione che hanno coinvolto sia la società sia i suoi tifosi, con una compattezza quanto mai rara. Trattasi del St. Pauli, che dieci giorni fa si è trovato di fronte un evento globale come il vertice del G20 di Amburgo. Evento riguardo cui ha deciso di non rimanere indifferente.
Nessuna competizione ufficiale nella propria bacheca ma un nome conosciuto ai più nel mondo del calcio. Quali le ragioni? Tutto risale agli anni Ottanta, quando la società decise di spostare la sede dell’impianto di gioco. Sankt Pauli è un quartiere di Amburgo di circa 23 mila abitanti. Un quartiere che ha sempre avuto una forte connotazione di divertimento e svago, fin quando i marinai giungevano nel Mare del Nord ed attraccavano nel porto della città grazie all’insenatura del fiume Elba. Un divertimento che negli anni ha progressivamente sempre più riguardato la sfera sessuale grazie alla Reeperbahn, celebre via che costituisce il distretto a luci rosse della città. Un quartiere caratterizzato da una fervente attività giovanile che l’hanno reso per esempio uno dei centri più importanti del movimento punk tedesco.
Accade così che Amburgo venga designata come la sede del vertice del G20 in programma nel luglio del 2017. La risposta dei Freibeuter, ovvero dei “Pirati”, è stata decisa. «Il St. Pauli costituisce un chiaro modello per diritto umani, libertà d’espressione e diritto alla protesta», dichiarava la società per mezzo di un comunicato ufficiale.
Yes, we camp! Der FC St. Pauli bietet 200 Schlafplätze für DemonstrantInnen in der Haupttribüne des #Millerntor-Stadions #fcsp #G20HAM 1/5 pic.twitter.com/d8GeH8wrOL
— FC St. Pauli (@fcstpauli) 6 luglio 2017
Quale l’iniziativa? Permettere a 200 manifestanti di alloggiare a Millerntor-Stadion, l’impianto della società, in risposta ad una polizia che avrebbe agito «illegalmente per espellere diversi campi in Amburgo» ed all’amministrazione che avrebbe fatto ostruzionismo verso le decine di migliaia di manifestanti diretti in Germania. Quale il nome dell’iniziativa? «Yes we camp». Inoltre, la conferenza stampa del movimento No G20 è stata ospitata proprio dentro l’impianto.
Radio Onda d’Urto è (finalmente) arrivata ad #Amburgo La conferenza stampa #NoG20 … dentro (ma proprio…dentro) lo stadio del #StPauli pic.twitter.com/6MEC22rWNw
— Radio Onda d’Urto (@radiondadurto) 5 luglio 2017
Un messaggio, tra l’altro, personificato anche da Ewald Lienen, attuale direttore tecnico dei tedeschi nonché loro allenatore per tre stagioni. Ha girato sul web una fotografia in cui viene ritratto dietro ad uno striscione con la seguente scritta: «È tempo di indignarsi per il G20! È tempo di essere coinvolti!». L’ex tecnico dei “Pirati” da calciatore era soprannominato “Lenin” per via delle sue idee politiche. Pacifista e vegetariano, la leggenda narra che non accettasse di firmare autografi per non ricoprire il ruolo di “divo”.
Un club unico. Un club i cui valori si identificano con quelli della sua gente. Un club che non ha paura di esporsi politicamente, indipendentemente dal personale giudizio di valore. Merce rara al giorno d’oggi.