Pubblicato su East Journal in data 29/06/2017.
Dal paradiso all’inferno. Ci troviamo in Ucraina, più precisamente a Dnipro, città della regione di Dnipropetrovs’k. Una località di poco più di un milione di abitanti in cui risiede una società, per l’appunto il Dnipro, che è stata capace di guadagnarsi la ribalta internazionale dal 2013 al 2015, giungendo fino alla finale di Europa League. Adesso i “Guerrieri della Luce” a causa di un problema debitorio rischiano di essere retrocessi in Druha Liha, il livello più basso del calcio ucraino, come richiesto dalla FIFA.
Una caduta inarrestabile la cui causa principale ha un nome ed un cognome: Ihor Kolomoyskyi, il presidente del club. Oligarca di origini ebraiche e cipriote, soprannominato Benya per la sua somiglianza con un personaggio del cartone animato sovietico Le vacanze di Bonifacio di Fëdor Chitruk, attualmente risulta proprietario di una holding, Privatbank Group, che controlla compagnie di un grande numero di settori, compreso quello petrolifero. Il faccendiere ucraino gli anni post EuroMaidan ha intensificato il suo interesse per la politica. Divenuto governatore della regione Dnipropetrovs’k nel 2014, si dimise un anno dopo, contrastato politicamente dal presidente Petro Porošenko. Lo stesso Kolomoyskyi ammetterà di essersi comportato «in maniera troppo indipendente», anche se in realtà di ventilava la possibilità di un possibile colpo di Stato da lui architettato.
Fiero sostenitore del nazionalismo ucraino, in questi anni ha finanziato direttamente sia le truppe regolari di Dnipropetrovsk sia dei gruppi para-militari composti principalmente dai rivoluzionari. Un impegno politico e parapolitico che recentemente l’ha condotto alla leadership del Partito Ucraino dei Patrioti, nato nel 2015, e che in questi anni l’ha portato ad investire sempre meno nel mondo del calcio. A risentirne maggiormente, ovviamente, il suo Dnipro. Molti giocatori vantano ancora crediti inestinti nei confronti della società e Roman Zozulja, giocatore recentemente fatto allontanare dai tifosi del Rayo Vallecano a causa delle sue simpatie politiche, ha dichiarato al sito sportivo Velikii Futbol, tradotto da Futbolgrad, che in caso di bisogno lui sarebbe rimasto al Dnipro, ma che lo stesso Kolomoyskyi lo invitò a cercarsi una nuova sistemazione.
La parabola ascendente del Dnipro cominciò con l’arrivo di Juande Ramos, esperto tecnico castigliano già sulle panchine di Siviglia, Tottenham e Real Madrid. Giunto sulle rive del fiume Dnepr nel 2010, in soli tre anni riuscì a portare i suoi ragazzi al secondo posto a soli sei punti dallo Shakhtar Donetsk campione. Un risultato grandioso se si pensa che il palmarès dei biancocelesti è vuoto dal 1991 in poi, anno di indipendenza dell’Ucraina. Il risultato portò quindi il Dnipro a giocarsi le sue carte in Europa League.
Partito Juande Ramos, Kolomoyskyi puntò tutto su Myron Markevyč, artefice dal 2005 al 2014 del miracolo Metalist e CT della nazionale nel 2010. Se in Prem’er-Liha il Dnipro rallentò, in Europa League i “Guerrieri della Luce” si guadagnarono il titolo di sorpresa dell’anno eliminando ordinatamente Olympiakos, Ajax, Club Bruges e Napoli, perdendo poi in finale contro l’inarrestabile Siviglia di Unai Emery allo Stadion Narodowy di Varsavia. Da lì in poi la parabola è stata discendente, giungendo così alla stagione appena terminata, in cui il Dnipro si è classificato penultimo nella poule salvezza venendo di fatto retrocesso. Poi, infine, la richiesta di una seconda retrocessione da parte della FIFA per i “Guerrieri della Luce” e per il Volyn’, ultimo in classifica.
FIFA are threatening both Volyn and Dnipro of a relegation as punishment of past unpaid debts. Would see both clubs in the 3rd tier.
— Ukraine Premyer Liha (@Premyer_Liha) 12 giugno 2017
Una rosa, quella del Dnipro, il cui valore si è drasticamente ridotto di 90 milioni dalla stagione dell’Europa League all’odierna, secondo Trasfermarkt. A partire subito, tra gli altri, furono il centrocampista Jevhen Konopljanka ed il bomber Nikola Kalinić, rispettivamente diretti a Siviglia e alla Fiorentina. Ma essi furono solamente i primi di una lunga serie. L’ultimo grande baluardo della società era Ruslan Rotan, capitano storico del Dnipro che vestiva la maglia dei “Guerrieri della Luce” dal 2008, vivendo quindi tutta la parabola ascendente e discendete della società. Il centrocampista di Poltrava, a circa tre ore di macchina da Dnipro, ha infatti deciso pochi giorni fa di lasciare l’Ucraina e di accettare la proposta dei cechi dello Slavia Praga. Un addio pesantissimo per la compagine biancoceleste.
Resta quindi solo da aspettare la decisione definitiva da parte degli organi competenti, con la curiosità di vedere se e tra quanto tempo il Dnipro tornerà protagonista nel calcio ucraino.