Pubblicato su Londra Italia in data 30/05/2017.
ANTONIO CONTE. È stata una stagione pazzesca quella di Antonio Conte al Chelsea. Una stagione che l’ha portato a diventare il quarto italiano della storia a trionfare in Premier League. Un successo totale dopo una stagione fallimentare che aveva escluso i Blues perfino dalle coppe europee, in un contesto quindi molto simile che aveva portato il tecnico leccese al triennio di successi sulla panchina della Juventus. Un trionfo totale: situazioni complicate come quelle di Diego Costa superate con grande freddezza; giocatori valorizzati come nel caso del centrocampista spagnolo Cesc Fàbregas e del fantasista belga Eden Hazard; un acquisto mirato e fortemente voluto come quello del “motorino” N’Golo Kanté, divenuto poi giocatore dell’anno in Premier League. E pensare avrebbe potuto finire tutto all’Emirates Stadium contro l’Arsenal di Arsène Wenger, quando a fine settembre i Gunners umiliarono il Chelsea (3-0). La stessa compagine londinese che ha impedito alla stagione dell’ex CT della Nazionale di diventare leggendaria con la conquista del Double a Wembley nella finale di FA Cup. Poco male: se tutto va come deve andare il prossimo anno Conte sarà ancora nella capitale inglese. Forse perfino come unico tecnico italiano in Premier.
CLAUDIO RANIERI. La storia del Leicester è stata una favola meravigliosa. Qualcosa di unico che ha diviso subito gli amanti del tecnico di Testaccio: giusto lasciare da vincitori o giocarsi la Champions League rischiando di affondare in campionato? Claudio ha optato per la seconda, pagandone le conseguenze. A fine febbraio infatti la dirigenza delle Foxes ha optato per l’esonero a seguito di una comunque dignitosa sconfitta agli ottavi di Champions League contro il Siviglia (2-1). Infatti, se nella Coppa dalle “grandi orecchie” il cammino degli inglesi è stato netto (quattro vittorie in sei partite), in Premier le cose non sono andate come ci si aspettava. Troppe le sconfitte e troppo vicina la zona retrocessione. Si è parlato poi di un ammutinamento di un consistente gruppo di giocatori, reduci da un avvio di stagione opaco. Un ammutinamento negato dai protagonisti e mai confermato (forse fin troppo elegantemente) dal tecnico romano, ma in seguito al quale la squadra è magicamente ritornata ad essere gagliarda sul rettangolo verde. Un esonero criticato da numerosi colleghi di Ranieri, il quale ha deciso comunque di mantenere un profilo non polemico, in linea con la sua persona. Quale la sua prossima sfida? C’è chi è pronto a scommettere sul Watford della famiglia Pozzo.
WALTER MAZZARRI. Avventura particolare quella dell’ex tecnico del Napoli sulla panchina del Watford, alla corte della famiglia Pozzo. Dopo un avvio di campionato convincente sembrava in discesa la sua prima avventura estera, il tutto nonostante importanti lacune riguardo la lingua che gli impedivano di parlare direttamente con i giocatori senza traduttore. La famiglia Pozzo aveva fatto di tutto per accontentarlo, ingaggiando giocatori già allenati dal tecnico toscano o comunque conosciuti nel campionato italiano: l’esterno colombiano Camilo Zúñiga, l’attaccante Stefano Okaka, il centrocampista argentino Roberto Pereyra, l’attaccante argentino Mauro Zárate ed il bomber francese M’Baye Niang. Poi da metà febbraio sono arrivate ben 9 sconfitte in 13 partite, cinque delle quali consecutive a fine “filotto”. Troppo deludenti i risultati, troppo debole il rapporto con lo zoccolo duro dello spogliatoio, specie con il senatore Troy Deeney. Fatale quindi la rocambolesca sconfitta contro il Chelsea di Antonio Conte (4-3).
FRANCESCO GUIDOLIN. Chiamato dal presidente Huw Jenkins verso la fine della passata stagione allo Swansea per conquistare una salvezza poi ottenuta, Francesco Guidolin si era così guadagnato la conferma in Galles. Una conferma però non così ferrea. Sono infatti bastate cinque sconfitte nelle prime sette giornate di campionato, l’ultima delle quali al Liberty Stadium contro il Liverpool (1-2) per garantirgli l’esonero in favore di Bob Bradley. Una scelta amara per l’ex tecnico dell’Udinese, contestata da gran parte della tifoseria in contrapposizione con la proprietà americana. E pensare che in estate era stato accontentato con l’arrivo di un pezzo da novanta come l’attaccante spagnolo Fernando Llorente, visto all’opera in Seria A con la Juventus.
ZENGA, DI MATTEO E ZOLA. Difficile valutare l’operato dei tre allenatori impegnati in questa edizione della Championship, tutti e tre esonerati dopo un avvio di avventura difficile. Per quanto riguarda l’Uomo Ragno, sulla panchina del Wolverhampton, l’avvio non è stato tutto sommato così deficitario: 4 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte nelle prime 14 partite di campionato. A pesare sulla scelta di fine ottobre probabilmente il feeling mai sbocciato con la squadra al Molineux Stadium. Nettamente negativo invece l’avvio di Roberto Di Matteo sulla panchina del glorioso Aston Villa, appena retrocesso dalla Premier League. Troppi i 7 pareggi nelle prime 11 partite di Championship, con la proprietà che puntava alla parte alta della classifica. Decisiva la sconfitta ad inizio ottobre contro il Preston (3-0), terza dall’inizio del campionato. Infine, cominciata in maniera insolita e terminata amaramente l’avventura di Gianfranco Zola sulla panchina del Birmingham. La piazza dei Blues era rimasta interdetta al momento dell’esonero di Gary Rowett a metà dicembre, con il Birmingham a metà classifica. Quattro mesi di avventura in cui sono arrivate solamente 2 vittorie in 22 partite, che hanno spinto l’ex fantasista sardo a rassegnare le dimissioni.