PRIMEIRA LIGA
SPORTING LISBONA (4-2-3-1): 1 Rui Patrício; 4 Jefferson, 15 Oliveira, 13 Coates, 4 Schelotto; 23 Adrien Silva, 14 William Carvalho; 11 Bruno César (80′ 56 Podence), 99 Alan Ruiz (65′ 10 Bryan Ruiz), 77 Gelson Martins (88′ 7 Campbell); 28 Dost. A disp: 20 Castaignos, 34 Beto, 35 Rúben Semedo, 47 Esgaio. Allenatore: Jorge Jesus.
BENFICA (4-2-3-1): 1 Ederson; 3 Grimaldo, 14 Lindelöf, 4 Luisão, 50 Nélson Semedo; 5 Fejsa, 21 Pizzi; 18 Salvio, 27 Rafa Silva (58′ 9 Jiménez), 22 Cervi (74′ 15 Carrillo); 11 Mītroglou (80′ 6 Felipe Augusto). A disp: 7 Samaris, 12 Júlio César, 17 Živković, 34 André Almeida. Allenatore: Rui Vitória.
MARCATORI: 5′ Adrien Silva (rig), 66′ Lindelöf.
PRESENTAZIONE. In data 22/04/2017 in Primeira Liga si affrontavano nel derby di Lisbona all’Estádio José Alvalade lo Sporting Lisbona di Jorge Jesus ed il Benfica di Rui Vitória. Da un lato gli Sportinguistas si trovavano saldamente al terzo posto in classifica, con il capocannoniere Bas Dost in lotta per la Scarpa d’Oro grazie ai suoi 28 goal in Primeira. Dall’altro, i Benfiquistas si trovavano al primo posto a tre punti dal Porto secondo, con la volontà quindi di difendere il margine di vantaggio allungatosi grazie al pareggio dei Dragões contro lo Sporting Braga (1-1) del weekend precedente.
CIVILTÀ ALLO STADIO. Commovente il ricordo che l’interno Estádio José Alvalade dedica a Marco Ficini, tifoso della Fiorentina morto durante gli scontri avvenuti prima del derby di Lisbona. Omaggio da brividi, con tanto di striscioni con su scritte del tipo «Marco uno di noi» e «Non sarai mai dimenticato».
CATENE DI DESTRA. Il primo tempo di entrambi gli scacchieri tattici ha un minimo comun denominatore: l’efficienza degli scacchieri di destra. Per quanto riguarda gli Sportinguistas, Gelson Martins mette continuamente il terzino spagnolo Alejandro Grimaldo con la sua imprevedibilità, così come un autenticamente indemoniato Ezequiel Schelotto. Tra le fila dei Benfiquistas, invece, il terzino Nélson Semedo e l’esterno argentino Eduardo Salvio mantengono alto il ritmo del gioco offensivo, supportati da un attento Pizzi.
GABBIE SUI CENTRAVANTI. Una sfida caratterizzata da scelte speculari da parte delle due panchine. Altro elemento comune alle due compagini è la gabbia tattica preparata dai due tecnici per limitare i rispettivi centravanti avversari: il greco Kōstas Mītroglou per lo Sporting e l’olandese Bas Dost per il Benfica, 43 goal in Primeira Liga in 53 presenze in due. Jorge Jesus per larghi tratti della sfida affida l’ostico cliente al suo difensore di fiducia, l’uruguaiano Sebastián Coates, con il tempestivo aiuto del compagno di reparto Paulo Oliveira. Attenti anche i due mediani, capitan Adrien Silva e William Carvalho e bloccare in anticipo eventuali assistenze al greco da parte degli esterni. Allo stesso modo agisce Rui Vitória, affidando la marcatura del bomber del campionato al suo esperto capitano Luisão, con lo svedese Victor Lindelöf pronto a supportarlo.
SFIDA TATTICA, GOAL OCCASIONALI. In una sfida così tattica le uniche due reti segnate non potevano che provenire da situazioni occasionali. Prima al 3′ minuto il portiere brasiliano Ederson stende ingenuamente Bas Dost dopo un controllo difettoso, permettendo a capitan Silva di batterlo su calcio di rigore.
Poi, al 66′ il terzino svedese delle Águias batte Rui Patrício con uno splendido calcio di punizione conquistato intelligentemente da Salvio. Una vista chiaramente più tattica che estetica, ma non per questo meno interessante.
ADATTAMENTI TATTICI. Stessa scelta anche negli adattamenti tattici che nel secondo tempo i due tecnici adottano. Da un lato Jorge Jesus affianca il costaricano Bryan Ruiz a Bas Dost, con alle spalle il tris di centrocampisti composto rispettivamente da sinistra a destra dal brasiliano Bruno César, Adrien Silva e Gelson Martins. Dall’altro lato, invece, Rui Vitória inserisce il messicano Raúl Jiménez come partner del suo bomber greco, disponendo alle loro spalle rispettivamente Cervi, Pizzi e Salvio, successivamente sostituito dall’ala peruviana André Carrillo.
TRE BINARI PARALLELI. Una sfida, insomma, caratterizzata da una forte specularità indirizzata su tre binari paralleli percorsi da entrambi i tecnici. Una specularità che ha permesso alla due compagini di annullarsi a vicenda in una sfida comunque molto intensa.