Fedor Dostoevskij: la libertà del bene e del male (Serena Russo)
Il Cartello, 12/01/2017
Illuminante analisi del pensiero filosofico delineato dal pensatore e scrittore russo Fëdor Dostoevskij. Un pensiero che evidenzia il rapporto dicotomico tra bene e male, nonché l’influenza che su tale rapporto può esercitare la volontà intesa come liberto arbitrio.
La libertà di scelta si rivela lo strumento della tendenza istintiva dell’uomo a trasgredire, a trascendere la propria situazione di partenza in favore di una distorta. La trasgressione ha, come conseguenza, il male. […] Il libero arbitrio, la possibilità di scegliere tra bene e male, è una caratteristica dell’essere umano che non lo rende mai completamente buono o completamente cattivo. La libertà quindi, secondo Dostoevskij, nonostante sia la massima aspirazione umana, non può considerarsi un concetto prettamente positivo, giacché spesso conduce al male.
Porno e umiliazioni sessuali: nel disgustoso mondo dei gruppi Whatsapp maschili (Niccolò Carradori)
Vice, 25/01/2017
Disanima socilogica, colorita ed esplicita in pieno stile Vice, su una delle piaghe sociali degli ultimi anni: la pericolosa viralità di contenuti intimi altrui su gruppi Facebook e chat di gruppo di Whatsapp. Ne viene fuori un quadro desolante e, ahinoi, quanto mai attinente alla realtà il cui minimo comun denominatore è uno solo: l’incoscienza dei membri.
È una situazione che probabilmente ogni ragazzo che abbia mai fatto parte di una comitiva o gruppo di pari conosce bene: il degrado volutamente ostentato come forma di omologazione. Il messaggio di fondo è “facciamo schifo, e lo sappiamo, ma siamo rassicurati perché facciamo schifo tutti insieme”. […] Ma il fatto che fenomeni di questo tipo non siano una novità non deve sminuirli o distrarre dal punto focale, ovvero il risultato – quello dell’umiliazione gratuita e la condivisione di materiali senza consenso, che violano la dignità e la privacy delle persone date in pasto a decine di migliaia di sconosciuti come pezzi di carne su un pianale per la soppressione del bestiame.
10 fatti poco conosciuti sul volo nello spazio di Jurij Gagarin (Tradotto da Massimiliano Macri)
Aif.ru, 12/04/2013
Dieci curiosità spesso ignorate sull’impresa di Jurij Gagarin, astronauta sovietico entrato nella storia grazie alla navicella Vostok 1 poiché primo uomo a volare nello spazio.
Oltre al famoso German Titov, c’era un altro sostituto Grigorij Neljubov, ma a differenza di Gagarin e Titov, Neljubov non indossava la tuta spaziale, ma era pronto ad effettuare il volo in caso di situazioni particolari. […] Nella fase finale del volo Jurij Gagarin pronunciò la frase che per lungo tempo si preferì non riportare: «Sto bruciando, addio compagni».
Fategli fare i riassunti! (Piccolo vademecum perché gli alunni non diventino analfabeti funzionali) (Mariangela Galatea Vaglio)
L’Espresso, 28/01/2017
Quello dell’analfabetismo funzionale è un problema che affligge l’Italia in maniera pericolosissima. L’autrice dell’articolo propone quello che sembra il più naturale degli antidoti, ovvero la capacità di stendere il riassunto di un testo, illustrando però quanto sia difficile applicarlo al giorno d’oggi a differenza del passato.
L’analfabeta funzionale sa leggere e scrivere, ma resta indifeso nei confronti della vita. Banalmente non capisce nulla, anche se mette in fila in maniera corretta lettere e riesce a leggere le parole. La cosa assurda è che può avere (anzi spesso ha) un titolo di studio, un diploma, persino alle volte una laurea. Questa cosa sembra un inspiegabile paradosso, un bug incomprensibile del sistema. Invece si spiega facilmente: l’analfabeta funzionale è chi non ha mai imparato a fare un banale riassunto.
Riquelme, il Sapore di Román – Manifesto non futurista di un Vangelo laico
Vangelo Secondo Riquelme, 30/01/2017
Descrizione di rara bellezza e ricercatezza su quello che probabilmente resta il genio calcistico meno compreso della storia del calcio europeo: Juan Román Riquelme. Una descrizione che ruota attorno alle sue abilità sul campo? Non proprio. Al suo carattere? Neanche, bensì ai suoi cinque sapori. Una sinestesia tutta da gustare.
“Ma perché cazzo ci siamo presi uno che non parla? Potevamo chiamarci “Vangelo secondo Cantona”! Cristo se ne avremmo avuto da scrivere…Perché, eh? Come cazzo ci ha convinti un anno fa?” La conversazione si sposta in cucina. […] “Non ci ha mai parlato Andre, questa è la verità. Mai. Lo guardavamo giocare al suo gioco, quello era il suo modo di parlarci. Non ha senso cogliere Román con l’udito, lo si può fare solo con la vista. Certo, il problema è che lo hanno visto tutti…” […] Bene, ora finalmente possiamo raccontarvi qualcosa che gli altri non vi hanno mai raccontato: che gusto ha Román. […] Abbiamo riconosciuto distintamente tutti e cinque i sapori fondamentali di Riquelme.
È solo questione di tempo (Simone Torrocini)
Numero Sette, 15/01/2017
Le nuove frontiere in Cina costituiscono un passo avanti nello sviluppo del calcio globalizzato oppure semplicemente un deperimento dei valori sportivi e competitivi? Simone Torricini descrive suggestivamente come potrebbe essere evoluta la situazione nel 2069, ovvero tra cinquant’anni.
Anni dopo si capì che anche lo sviluppo del brand Cina avesse bisogno di tempo, e non tanto per sé quanto per gli altri. In fondo si trattava di un processo naturale, inevitabile. Quando la realtà delle cose fu accettata il passo fu breve, e la situazione si stabilizzò in poco tempo sia dal punto di vista finanziario che da quello socio-sportivo. Se la Cina è adesso una realtà come lo sono tante altre […] lo si deve soltanto al tempo. Il tempo per comprendere. E il tempo per accettare.