Il titolo del progetto europeo era Europe Back to Work. Un titolo che può sembrare vago, forse. Un titolo che però nascondeva il vero grande tema di questa settimana greca: il lavoro e la gioventù europea, probabilmente uno dei temi più delicati dei giorni nostri. Il tutto svolto a Loutraki, una pittoresca città marittima a circa un’ora da Atene.
Uno scambio giovanile stimolante, che ha messo in contatto il nostro gruppo, quello italiano, con cinque diversi altri gruppi nazionali: Romania, Estonia, Lettonia, Turchia e Grecia, per l’appunto. Un tema molto variegato e difficile da condensare in appena sette giorni. Con Nikos, ambizioso trainer greco di appena 24 anni, si è dibattuto di disoccupazione giovanile, di consigli circa colloqui lavorativi e di skills che una persona deve maturare per divenire appetibile nel mercato del lavoro. Ma non solo. Si è parlato anche delle possibilità che l’Unione Europea e numerose ONG garantiscono ai giovani europei, come per esempio l’Erasmus per giovani imprenditori sotto l’egida del progetto Erasmus+.
Durante la settimana mi è stata anche data la possibilità di organizzare un workshop insieme a Konstantina, Katrīna e Şeyma, prima volta in assoluto nelle mie esperienze progettuali europee. Sotto forma di brain storming abbiamo dibattuto sul rapporto tra le vocational high school (ovvero gli istituti professionali), le università e la disoccupazione giovanile, giungendo a conclusioni comuni in Paesi anche non così vicini geograficamente. Insomma, una settimana stimolante con persone ricche di idee, ambizioni e progetti per il loro futuro.
Ma si sa, un progetto Erasmus+ non è solo questo. La seconda fase di queste settimane si svolge al di fuori degli workshop, quando si socializza, si discute, si ride, si instaurano legami forti con persone che altrimenti non si sarebbero mai conosciute. È il caso degli estoni per esempio, con cui il nostro gruppo italiano ha instaurato istintivamente un rapporto forte, creando il cosiddetto gruppo degli “Italonians“. È il caso dell’orgoglio popolare dei lettoni, della solarità dei rumeni, della tradizione dei turchi e della calda ospitalità dei greci.
Sono molti i momenti che porterò dentro di me. Dal già menzionato workshop sulla scuola alle lezioni di italiano date a Konstantina e Sília. Dal cinismo di Maarja alla creatività di Adelin. Dalla simpatia delle due sorelle Oana e Cristina alla solarità di Kerrit. Dall’organizzazione di Vivi alla pazzia di Elerin. Dalla brillantezza di Marti all’affiatamento avuto con il gruppo italiano, composto anche da Giulia, Maddalena e Alessandro. Senza dimenticare poi la gita a Nauplia, conclusa con una meravigliosa passeggiata al tramonto sul lungomare, tutta a tinte “Italonians“. Legami forti saldati in un brevissimo tempo, come probabilmente non sarebbe possibile nella mia Genova.
Sono giunto così al mio quarto progetto Erasmus+, dopo quelli in Polonia, a Cipro ed in Romania. La domanda è una sola: se non avete mai preso parte a nulla di ciò, cosa state aspettando?