Nell’anticipo del venerdì il CUS Genova di coach Pansolin si è imposto al PalaCUS contro l’Aurora Chiavari di coach Marenco. La società gialloblù ha pubblicato un’analisi della sfida per mezzo del suo sito ufficiale:
Niente di nuovo, anzi no. Qualcosa c’è, ma non riguarda la performance dell’Aurora che, come da previsione abbastanza sensata, viene piegata dal Cus capolista nell’anticipo del venerdì. Il generale Bigoni dispone 38 candeline sulla torta e zittisce i chiavaresi che hanno retto discretamente per 27 minuti prima di infilarsi nel tunnel negativo di un parzialone di matrice biancorossa. Il campionato va in vacanza per le festività di fine anno e quando ricomincerà l’Aurora avrà subito un delicato confronto casalingo contro Follo, con il quale viaggia a braccetto a quota quattro punti.
A latere della prestazione in chiaroscuro e delle risultanze di una umettata serata in via Gambaro in quel di Genova valida per il primo turno di ritorno del campionato di C Silver, l’Aurora sgorga fuori con l’odore di bruciato sotto forma di cinque minuti di ordinaria follia – la chiamiamo così? – arbitrale, con palesi intenti persecutori nei suoi confronti. Sotto il viale alberato che accompagna il viandante verso la struttura del Cus evidentemente albergano le streghe, le quali devono aver convinto il primo arbitro che i ragazzi in completo blu con inserti gialli siano degli eretici della palla a spicchi e perciò meritino la peggiore delle punizioni previste: la presa per i fondelli.
Già, perchè non riusciamo a definire altrimenti un campionario di provocazioni e derisioni che a partita ampiamente compromessa per l’Aurora l’arbitro in questione mette in mostra. I cattivi pensieri vengono a proposito di questo tipo di atteggiamento che sconfessa la volontà di una federazione che (apparentemente) incoraggia una attività giovanile e poi, per mezzo di queste sceneggiate da ducetto di provincia, va a cassare le società che effettuano questo tipo di percorso. E tutto ciò, ripetiamo per il colto e l’inclita, a partita già ben indirizzata per i padroni di casa. Cosa si vuol dimostrare? Che con un certo tipo di designazioni non si possa competere ad armi pari? Che ci siano sotto sotto reminescenze di un certo tipo di ruggine? Sono solo cattivi pensieri?
Alla fine, la chiosa potrebbe essere racchiusa semplicemente qui: bene, bravi, complimenti, ma levatevi e lasciateci lavorare. E soprattutto non menate troppo il can per l’aia. Alla malora.