Ogni aspetto della contemporaneità sta subendo l’influsso di una globalizzazione costantemente progressiva. Succede, per esempio, in politica, attualità e cultura ma non solo. Essendo lo sport una delle dimensioni attraverso cui la contemporaneità di proietta, non poteva non esserne soggetto lo sport più diffuso al giorno: il calcio.
Protagonista della storia è Bojan Krkić, attuale attaccante dello Stoke City. Nato a Linyola, comune catalano che consta di meno di tremila abitanti e situato a circa 150 km di Barcellona, fin dalla giovane età è stato considerato come un astro nascente del calcio mondiale. Madre catalana e padre nato nella città serba di Paraćin, nonché ex calciatore. Ha fatto scalpore la sua recente richiesta di entrare nel giro della nazionale serba nonostante il suo debutto già avvenuto con la Selección spagnola. Un cambio criticato da alcuni per la sua ipocrisia patriottica, giustificato da altri per la giovane età in cui si trovò a dover scegliere.
Carriera non eccezionale quella Bojan Krkić Sr, attaccante jugoslavo passato anche fugacemente tra le fila dei croati del Rijeka. Terminata la carriera agonistica, nel 1997 fu assunto dal Barcellona come talent scout, ruolo ricoperto fino al 2011. Era il 1998 quando invece Bojan Jr fu notato all’età di otto anni in un torneo organizzato ad Andorra. Ingaggiato dall’entourage del Barça, la cui prima squadra era allenata da Louis van Gaal, iniziò così la sua luminosa carriera nel settore giovanile blaugrana impreziosita più di 500 reti nella cantera della società. Nel frattempo anche la Selección spagnola di categoria iniziò a tenerlo monitorato, permettendogli di conquistare con la maglia della Roja un Europeo U17 in Belgio nel 2007 ed un Europeo U21 in Danimarca nel 2011. Davanti a lui iniziò così a prospettarsi una carriera da astro nascente.
Inevitabile, quindi, finire anche nel giro della Selección maggiore. Convocato senza essere impiegato prima da Luis Aragonés e poi da Vicente del Bosque nel 2008. La scelta circa quale percorso seguire nelle competizioni per nazionali sembrava ormai chiaro. Arrivò anche un rifiuto di convocazione verso Radomir Antić, allora commissario tecnico della Serbia, con successivo esordio ufficiale a settembre contro l’Armenia per le qualificazioni a Sudafrica 2010. Secondo giocatore più giovane ad esordire tra le Furie Rosse.
Non solo la Spagna. Il giovane attaccante di origini balcaniche decise anche di abbracciare la causa catalana, vestendo la maglia della sua rappresentativa esordendo a Bilbao con una rete contro i Paesi Baschi. Un’esperienza, quella con la Selecció, conclusa con cinque reti in sette presenze. Una causa, quella catalana, che chiaramente sfonda i confini calcistici per abbracciare radici profonde.
E adesso? Dopo la sua esperienza al Barcellona, Bojan Krkić ha iniziato una gavetta europea di tutto rispetto ma che non l’ha mai visto esplodere come un giocatore della sua classe avrebbe potuto fare: Roma, Milan, Ajax ed adesso Stoke City. Non riuscendo ad imporsi nei club, l’ex Bluagrana si è così allontanato dal giro della nazionale spagnola. Così, a otto anni dalla sua unica presenza con le Furie Rosse, il CT serbo Slavoljub Muslin con il benestare dell’atleta ha sottoposto alla FIFA la situazione, chiedendo di poterlo convocare. La sentenza ha ovviamente negato questa possibilità a causa dell’esordio già avvenuto, tra l’altro in seguito proprio ad un rifiuto alla nazionale “paterna”. Una vicenda che conferisce linfa alla teoria, molto diffusa negli ultimi anni, secondo cui i tornei per nazionali stiano assumendo sempre di più connotati da competizioni per club.