Quella attuata dall’Aurora Chiavari nel roster costituisce un’effettiva rivoluzione in vista della prossima stagione di Serie C Silver. Giuliano Marenco, coach dei chiavaresi, ha accettato di rilasciare una breve intervista in esclusiva su Liguria a Spicchi. Tanti i temi trattati: dall’ultimo campionato sottotono alla vittoria trionfale di due stagioni fa, passando per la rivoluzione estiva.
Soddisfatto del nuovo roster su cui dovrà lavorare? Come varieranno le alchimie di gioco rispetto alla passata stagione?
Diciamo che ogni giorno e ogni allenamento sono sempre una scoperta. È molto difficile cambiare così tanto, abbandonare certezze e situazioni provate all’infinito, per gettarsi in un’avventura totalmente nuova. Il roster va bene, l’importante è che tutto condividano gli obbiettivi. Non possiamo paragonare la squadra di quest’anno a quella degli anni passati perché sarebbe ingeneroso per questi ragazzi. Il più maturo è del ’95, ma abbiamo dei ’99 e 2000. Il nostro sarà un campionato nel quale cercheremo sopratutto di imparare e in tutta franchezza credo sia giusto che nessuno si aspetti di più.
Cosa è mancato l’anno scorso su cui vuole invece puntare quest’anno?
Una cosa non ci deve mancare: l’entusiasmo. Probabilmente, una cosa che l’anno scorso si era un po’ affievolito.
Che ricordi ha del Playoff trionfale di due stagioni fa? Quale è stato il segreto di quella squadra?
Dell’anno della vittoria, molto faticoso sia a livello personale che di gruppo, ricordo soprattutto la riunione piuttosto “animata” dopo le sconfitte in casa con Ospedaletti e CAP Genova. Avevamo passato un brutto momento: l’alluvione non ci aveva permesso di allenarci bene, avendoci privato del palazzetto per un lungo periodo. Ma se non avessimo reagito, senza trovarci giustificazioni inutili, e se non ci fossimo detti in faccia le cose, anche a “brutto muso”, non avremmo mai vinto il campionato nel palazzetto rinnovato e “restaurato” il giugno successivo.
Quali gli obbiettivi nella prossima stagione? Quali i margini di miglioramento del suo gruppo?
“Obbiettivo” è una parola che per noi ha poco senso. Non abbiamo riferimenti, non conosciamo né il nostro valore né i nostri limiti. In questo momento non abbiamo soprattutto completato il processo che ci deve far diventare una squadra. Mi aspetto molto da questo gruppo. i ragazzi devono fare passi decisivi, diventare giocatori, imparare a soffrire, migliorare in campo e fuori ed avere un atteggiamento da grandi, senza perdere l’entusiasmo e la freschezza che hanno dimostrato finora.