Dopo la sfida contro il Napoli di Maurizio Sarri ho deciso di scrivere 11 spunti di riflessione. Eccoli elencati.
1) José María Callejón non è il nome di un attore dell’ultima serie de Il Segreto. Calciatore del Napoli dalle indubbie qualità sportive, da ieri sera ne conosciamo anche la vocazione più intima: la recitazione. Una maestosa interpretazione ieri allo Stadio Luigi Ferraris, senza alcuna pausa. Meravigliosa quella sul tocco funesto di Lucas Ocampos, che fa l’errore miserabile di sfiorarlo. C’è chi dice che sia la sua passione sia nata fin dalle prime puntate di Paso Adelante. #attrice
2) Sempre lui Callejon. Già che c’è, la prossima volta i calci d’angolo può batterli direttamente da dentro l’area visto che il “cerchietto” bianco sul manto verde gli è così tanto indigesto.
3) Iere sera non è stata la migliore prestazione di Diego “Mesto” Laxalt. Costantemente distratto e impreciso, proficuo nei tamponamenti da dietro sugli avversari. Sembrava di essere sugli #autoscontri
4) Torniamo seri. Ieri sera c’è stata la prima vera e concreta analisi tattica di Ivan Jurić sulla panchina del Genoa. Tre centrocampisti rossoblù a specchio con una marcatura praticamente a uomo sulle fonti di gioco azzurre. Rincón su Hamšík, Rigoni su Jorginho e Ntcham su Allan, quest’ultimo anche con il pallone lontano. Napoli di Sarri imbrigliato e costretto a concludere solo in contropiede e su palle sporche. Non che non sia stato pericoloso, anzi. Sicuramente non è stato il solito brillante Napoli.
5) Proprio lui, Hamšík. A Genova si sta ancora cercando il pallone che ha calciato da limite dell’area, completamente da solo e su assist delizioso di Maria Callejon. Infarti garantiti ma non necessari.
6) Che numero ha fatto il buon Darko Lazović su Faouzi Ghoulam nel primo tempo? Per un secondo mi sembrava di esser tornato ai tempi di FIFA Street.
7) Sarebbe stata la degna conclusione di una favola. Immaginate un Leonardo Pavoletti che rifiuta un cospicuo stipendio in una grande piazza come il Napoli. Immaginate che regali la vittoria al Genoa proprio contro gli Azzurri. Ecco immaginatelo, perché noi siamo il Genoa. A noi Pavoletti si rompe dopo meno di un tempo. #medidate
8) Non brillante, a mio modo di vedere, il debutto di Giovanni Simeone con la maglietta rossoblù. Sì, la partita era tosta. Sì, era stata impostata per avere un centravanti di peso. Sì, era il debutto europeo. Però meno di venti palloni toccati in più di un tempo sono pochi per un giocatore della sua classe. Esclusi due recuperi prodigiosi (uno partendo dall’area avversaria fino a dopo il centrocampo), a tratti è sembrato poco incline al sacrificio. Peccato poi per i due errori grossolani, che l’avrebbero invece consacrato al debutto.
9) Che giocatore Lucas Orbán. Pulito nella linea di retroguardia, intelligentissimo nelle letture difensive e anche musodurista quando serve. Per esempio con l’antipaticissimo Arkadiusz Milik, in occasione del rigore non fischiato al Napoli. Un erroraccio rischia di compromettere tutto nel secondo tempo ma si fa perdonare. Eccome.
10) Che forte Kalidou Koulibaly.
11) Ma anche Nicolás Burdisso non scherza.