Ci siamo. Tra oggi e domani dovrebbe arrivare la firma ufficiale di Simone Zaza per il West Ham, in uscita dalla Juventus. Il calciatore lucano andrà così ad occupare quel ruolo di attaccante italiano in Premier League lasciato vacante da Graziano Pellè, trasferitosi dal Southampton allo Shandong Luneng dopo aver totalizzato un rispettabile bottino di 23 goal e 9 assist in 68 partite. Ma Zaza non è l’unico attaccante italiano che potrebbe calcare i campi da gioco d’Oltre Manica. Infatti, anche Manolo Gabbiadini in queste ore è stato accostato insistentemente ad un’inglese, ovvero il nuovo Everton di Ronald Koeman.
Nato nel 1991 a Policoro, comune di 18 mila abitanti in provincia di Matera, Zaza ha completato il settore giovanile tra Atalanta e Sampdoria, tra le fila delle quali ha collezionato anche le prime presenze nella massima serie. La società genovese, con la quale esordisce nel 2011 nel derby contro il Genoa durante la sua militanza nella Primavera blucerchiata, decide così di girarlo in prestito per permettergli di crescere e giocare con continuità. Dopo le esperienze annuali con Juve Stabia e Viareggio, nel campionato di Serie B 2012/13 si mette in luce con la maglia dell’Ascoli. La stagione dei Bianconeri è travagliata, con due cambi di allenatore ed una retrocessione in Lega Pro causata dal ventesimo posto di campionato. Stagione da dimenticare per tutti ma non per Zaza, il quale si guadagna gli onori della cronaca con 18 in 35 partite.
È al termine di quella stagione che il bomber lucano dimostra il suo carattere e la sua fame, scegliendo di non tornare in Liguria per accettare subito l’offerta della Juventus. Scelta azzardata? Neanche per sogno. La società torinese, infatti, lo gira in comproprietà al Sassuolo di Eusebio Di Francesco. Due stagioni a fianco del compagno di reparto Domenico Berardi, anch’esso in orbita bianconera, gli permettono di totalizzare 21 goal in 69 partite e di guadagnarsi così una chance sotto al Mole Antonelliana. Una stagione, la scorsa, in cui Zaza ha conquistato i primi trofei del suo palmarès pur partendo raramente tra i titolari. Difficile scalzare gente come Paulo Dybala, Álvaro Morata e Mario Mandžukić, ma guai a dire a mister Allegri che il suo apporto non sia stato determinante. Un bottino da 24 partite e 8 goal, uno dei quali ha pesato più di tutti: quello segnato allo Juventus Stadium contro il Napoli di Maurizio Sarri, grazie al quale i Bianconeri hanno raggiunto la quindicesima vittoria consecutiva ed il primo vantaggio sui Partenopei. Un vantaggio mai messo in discussione fino al termine della stagione.
Quest’estate è sì andato via Morata, ma è arrivato anche un pezzo da novanta come Gonzalo Higuaín. Difficile per un attaccante con il carattere di Zaza accettare un’altra stagione da non protagonista. Così la scelta di accettare la proposta del West Ham di Slaven Bilić, con un’operazione caratterizzata da una cifra complessiva che sarebbe di 25 milioni più tre di bonus, ovvero in totale solo due milioni in meno di quanto è costato Morata al Real Madrid grazie alla “recompra“. È un ambiente, quello del West Ham, che sembra dipinto proprio per un giocatore come lui: un giocatore che morde il pallone anche in grado di lavorare per la squadra, in poche parole il vero attaccante “ignorante” (utilizzando una terminologia moderna diffusa sui social network). Un’attitudine caratteriale che, se abbinata ad un buon bottino personale, non potrà non far innamorare i tifosi degli Hammers. Il tecnico croato l’aveva già cercato durante la passata stagione, definendolo alla stampa come un «top player». Unico neo? L’eliminazione della compagine della East London dall’Europa League patita contro i rumeni dell’Astra Giurgiu. Poco male comunque per Simone, il quale sicuramente non vede l’ora di giocare in un campionato che ai tempi della Primavera poteva solo sognare.
Una carriera, quella di Zaza, con almeno due punti in comune rispetto a quella di Gabbiadini. Entrambi cresciuti nel settore giovanile atalantino, entrambi esplosi mentre il loro cartellino apparteneva alla Sampdoria. Nato a Calcinate, una cittadina distante 15 km da Bergamo, Gabbiadini mosse i suoi primi passi tra i professionisti nella sua Atalanta ed in prestito al Cittadella, non trovando però lo spazio richiesto. La sua grande occasione per mettersi in luce arriva nella stagione 2012/13 nel Bologna di Stefano Pioli, tra le fila del quale realizza 7 goal in 31 presenze. Da lì l’interesse della Samp, che decide di portarlo a Genova sotto la guida di Siniša Mihajlović. La prima stagione con i Blucerchiati porta il bergamasco a segnare 10 goal in 35 sfide, ma è nella seconda che esplode definitivamente: un bottino di 7 goal in 13 partite nel solo girone d’andata che vale la chiamata nel Napoli di Rafael Benítez.
Un’esperienza, quella al Napoli, che dura quindi da due stagioni e mezza. Un’esperienza che però non l’ha visto protagonista con continuità. Sono infatti solo 39 i minuti giocati in media da Gabbiadini nelle 61 presenze complessive con gli Azzurri, con un comunque invidiabile score di 20 goal complessivi (uno ogni 120 minuti). Con l’addio di Higuaín sembrava certa la sua permanenza sotto il Vesuvio, ma così probabilmente non sarà. Si è fatta avanti la Fiorentina, con la quale sembra che gli Azzurri abbiano anche parlato dell’attaccante croato Nikola Kalinić. Ma si è fatto prepotentemente fatto avanti anche l’Everton di Ronald Koeman, intenzionato ad affiancarlo al bomber belga Romelu Lukaku, accostato a lungo al Chelsea di Antonio Conte ma probabilmente destinato a restare a Liverpool. L’offerta dei Toffees sarebbe di circa 25 milioni presentata al suo agente Silvio Pagliari. Sembra che la destinazione sia molto gradita a Gabbiadini, ma tutto è ancora da definire.
Per un attaccante che sbarca in Inghilterra ce n’è già un altro che potrebbe seguirlo. In una Premier League sempre più a tinte azzurre.