Ricordo ancora cosa si provasse durante quei caldi pomeriggi di luglio. Correva l’estate 2010, un’estate in cui il Genoa era reduce dall’esperienza internazionale in Europa League, la seconda della storia rossoblù a distanza di 18 anni da quella gloriosa scolpita nella leggenda da Tomáš Skuhravý e “Pato” Aguilera.
Era un calciomercato pazzo. Se da un lato la Sampdoria con la scelta di non rinforzarsi stava scolpendo giorno dopo giorno una futura eliminazione ai preliminari contro il Werder Brema, il presidente Enrico Preziosi piazzava praticamente un colpo ogni settimana. Era l’estate dei vari Luca Toni, Rafinha ed Eduardo. Ma soprattutto l’estate dell’arrivo di Miguel Veloso.
Ricordo ancora come in quelle nottate di inizio luglio aggiornassi continuamente le pagine internet dei principali siti di calciomercato, aspettando l’ufficialità di quello che rischiava di essere l’acquisto dell’anno. Mancino delicato, gran senso del gioco e magie da calcio di punizione. In poche parole: un giocatore capace di farti fare il salto di qualità. Quando tutto sembrava perduto a causa dell’inserimento dell’Arsenal, nel penultimo giorno di luglio arrivò l’ufficialità per mezzo del sito dello Sporting Club di Lisbona. Ai Leões andarono circa 7 milioni più il cartellino di Alberto Zapater. Un’operazione importante per un giocatore altrettanto importante.
«Diamogli il tempo perché deve ambientarsi al nostro calcio», dicevano tutti. Così, passavano le domeniche ma non si è mai riusciti a scorgere la sua vera classe cristallina. Stagione deludente, contraddittoria se si pensa all’illusione di un calciomercato che aveva fatto sognare i tifosi. Via Gian Piero Gasperini, dentro Davide Ballardini. La stagione seguente non fu diversa per il regista portoghese. Una stagione che richiese perfino tre cambi in panchina per raggiungere una salvezza mai così sudata nell’Era Preziosi.
Era il momento di separarsi e si fece avanti la Dinamo Kiev. Preziosi accettò 7,5 milioni di euro ed il portoghese nativo di Coimbra si trasferì per quattro anni nella fredda Ucraina, con l’etichetta di calciatore che era stato in grado di incidere più tal punto di vista stilistico che calcistico. Quattro anni in cui è rimasto legato indirettamente al Genoa, grazie al matrimonio con Paola Preziosi, figlia del Joker.
Adesso la tua strada si è di nuovo incrociata con quella del Genoa. Saranno passati anni, ma la classe non conosce età. Un mancino tra i dieci più delicati della Serie A, se non tra i cinque. Un potenziale da fuoriclasse, che sembrava ti destinasse al Milan di Vincenzo Montella, a cui sicuramente avresti fatto molto comodo visto anche il tuo status da svincolato.
Tu invece hai scelto di rimanere qua, sotto la Lanterna, complice la fiducia che ti ha dimostrato il tuo quasi ex compagno di squadra Ivan Jurić. Forse cosciente di avere un conto in sospeso con queste tifoseria, che probabilmente ti ha accolto come pochi eletti in più di 120 anni di storia. Una piazza abituata a criticare a priori che però si ritrova in massa ad elogiare sempre a priori un portoghese sfarzoso e non indifferente dal punto di vista mediatico. Forse la maggiore responsabilità è stata proprio del popolo rossoblù, incapace di trovare mezze misure: o è un fenomeno o è inguardabile.
Ecco, ora è il momento di saldare il conto in sospeso. Lo devi alla tifoseria che ti ha accolto come un re. Ma lo devi soprattutto a te stesso.
Força Miguel, boa sorte.